Se abbiamo in casa un camino aperto, una vecchia stufa a legna o una vecchia caldaia a biomassa è possibile sostituirla a costo zero, integrando gli incentivi nazionali con questo contributo regionale. C’è tempo fino al 31 dicembre 2023.

E’ vero, adesso c’è caldo e nessuno pensa al riscaldamento domestico. Con gli incrementi dei prezzi dei combustibili vissuti negli ultimi mesi, poi, preferiamo accantonare del tutto l’argomento.

Ma c’è più di un buon motivo per affrontarlo. Due fra tutti: la tutela dell’ambiente ed il nostro portafoglio!

Diversi studi (tra cui quelli condotti da ENEA o Arpae) hanno sottolineato l’importanza del contributo all’inquinamento atmosferico generato dalla combustione di biomasse negli impianti di riscaldamento domestico. Le ricerche di Arpae hanno rivelato che il problema è più grave di quanto si possa immaginare: più della metà delle famigerate polveri PM10 deriva infatti da questi impianti. La questione risulta particolarmente preoccupante soprattutto nei Comuni della Pianura Padana, dove le emissioni inquinanti si combinano alla stagnazione dell’aria.

Fonte: ANCI E.R.

Proprio per contribuire al miglioramento della qualità dell’aria, la Regione Emilia-Romagna ha emanato un bando di contributi destinati ai privati. Questi fondi saranno destinati a supportare la sostituzione dei generatori di calore alimentati a biomassa legnosa con classificazione emissiva inferiore o uguale alle 4 stelle con generatori alimentati a biomassa legnosa di ultima generazione (5 stelle), oppure con pompe di calore.

Qual è l’aspetto interessante di questi contributi regionali? Sono cumulabili con gli incentivi nazionali del Conto Termico 2.0 fino a raggiungere il 100% delle spese ammissibili. Per il cittadino, quindi, complessivamente si tratta di interventi “a costo zero”. Altro dettaglio non trascurabile: maggiore efficienza di riscaldamento si traduce normalmente anche in risparmio economico in fase di utilizzo!

 

COME FUNZIONA IL BANDO

La finalità della Regione è eliminare le cause dell’inquinamento atmosferico. Per questa ragione il contributo è concesso solo se viene demolito il vecchio impianto (fa eccezione il camino aperto allestito con inserto camino).

Inoltre, la Regione promuove la transizione alle tecnologie più aggiornate ed efficienti, anche se non ancora pienamente presenti sul mercato. Il bando, aperto nel 2021, ha una durata di 3 anni, in cui ci si aspettano nuove innovazioni tecnologiche. Data l’importanza dell’obiettivo sono state stanziate risorse per € 11.500.000 (in larga parte ancora disponibili).

Il contributo regionale è pensato per integrare il Conto Termico 2.0, che può incentivare gli interventi fino al 65% delle spese ammissibili. Significa che la prima cosa da fare è assicurarsi di aver correttamente provveduto a richiedere gli incentivi al GSE, e solo successivamente procedere con la richiesta di integrazione alla Regione. Infatti, la documentazione richiesta dalla Regione Emilia-Romagna per concedere il contributo integrativo ricalca quella richiesta per ottenere l’incentivo Conto Termico.

Infine, i contributi sono dei “rimborsi”: occorrerà quindi accertarsi di poter portare a termine l’acquisto con la liquidità necessaria e, successivamente, richiedere prima il Conto Termico 2.0 e poi il contributo regionale.

 

CHI SONO I BENEFICIARI DEI CONTRIBUTI REGIONALI

I contributi regionali sono destinati alle persone fisiche residenti nei Comuni dell’Emilia-Romagna delle zone di pianura (IT0893 – Pianura Est, IT0892 – Pianura Ovest, IT0890 – Agglomerato di Bologna), che siano:

  • Proprietari;
  • Detentori/utilizzatori (quindi anche dagli affittuari);

di una unità immobiliare di qualsiasi categoria catastale, in cui intendano intervenire attraverso la sostituzione di un camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia legna/pellet di potenza inferiore o uguale a 35 kW, con classificazione ambientale inferiore o uguale alle 4 stelle, con:

  • nuovi impianti a biomassa <= 35 kWt almeno 5 stelle;
  • pompe di calore.

 

CONDIZIONI DI ACCESSO AI CONTRIBUTI REGIONALI

Sono due le condizioni inderogabili per accedere al contributo regionale:

  1. il beneficiario sia già assegnatario del contributo del “conto termico” da parte del GSE. L’incentivo regionale si configura come una percentuale aggiuntiva rispetto a quello rilasciato dal GSE.
  2. Rottamazione/demolizione di un generatore di calore a biomassa legnosa e contestuale acquisto e installazione di un nuovo generatore di calore a 5 stelle, secondo le tipologie stabilite dal bando. La rottamazione (o demolizione, in caso di sostituzione di camino aperto) è fondamentale per escluderne l’utilizzo in futuro.

Inoltre, sono ammessi contributi solo per:

  • interventi di sostituzione (non sono ammessi casi di nuova installazione)
  • una sola richiesta di contributo da parte del medesimo soggetto.

 

PERIODO DI VALIDITÀ DELLE SPESE AMMISSIBILI

I contributi sono retroattivi in quanto sono ammesse a contributo le spese effettuate dal 7 gennaio 2021.

Le domande di incentivo possono essere presentate alla Regione entro il 31 dicembre 2023

 

QUALI IMPIANTI SI POSSONO SOSTITUIRE

Gli impianti da sostituire sono camini aperti o inserto camino, stufe e caldaie a legna/pellet. Gli impianti devono avere:

  • potenza al focolare inferiore a 35 kW
  • classe di efficienza energetica inferiore o uguale a 4 stelle (Classificazione ai sensi del Decreto 7 novembre 2017, n. 86 – Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide).

 

QUALI SOSTITUZIONI POSSONO ESSERE INCENTIVATE

I nuovi impianti possono essere generatori di ultima generazione a legna o pellet  oppure pompe di calore.

I generatori ammessi a finanziamento devono avere le seguenti caratteristiche:

  • potenza al focolare inferiore a 35 kW
  • classe di efficienza energetica a 5 stelle (Classificazione ai sensi del Decreto 7 novembre 2017, n. 86 – Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide), comprovata con certificazione ambientale.

Le sostituzioni possibili sono quelle riportate nella tabella seguente.

 

ALTRE COSE DA SAPERE

Poiché il contributo è pensato per essere complementare all’incentivo del Conto Termico 2.0, le spese rendicontabili e ammissibili sono quelle già previste dal GSE. In generale comprendono:

  1. smontaggio e dismissione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente, parziale o totale;
  2. acquisto e installazione: fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, dei sistemi di contabilizzazione individuale;
  3. opere idrauliche e murarie necessarie per la sostituzione a regola d’arte dell’impianto di climatizzazione invernale preesistente;
  4. interventi sulla rete di distribuzione, sui sistemi di trattamento dell’acqua, sui dispositivi di controllo e regolazione, sui sistemi di emissione;
  5. prestazioni professionali connesse alla realizzazione dell’intervento.

Come per il Conto Termico, il contributo regionale non è cumulabile con le detrazioni fiscali.

Il nuovo impianto dovrà essere regolarmente iscritto al CRITER – Catasto Regionale Impianti Termici. L’iscrizione andrà dimostrata con i codici di targatura dell’impianto.

Il contributo viene erogato a sportello e pertanto verranno erogati contributi in ordine cronologico di arrivo delle domande fino ad esaurimento delle risorse.